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Immagine del redattoreLicia Cappato

Il grande potere guaritore della parola "GRAZIE"

GRAZIE” è una parola breve, semplice, talvolta diventata quasi scontata.

Quante volte la diciamo, quante non la pronunciamo, quante la usiamo in modo automatico solo per educazione?

Ma cosa nasconde dietro?

Lo vedo come un vestito prezioso che calza la Signora Gratitudine, gratitudine per quello che abbiamo ricevuto o che ci siamo dati.

È quasi rara l'abitudine di fermarsi per rendere “grazie” a ciò che abbiamo e ancor meglio per ciò che Siamo; snaturati in questo e ammaestrati a vedere solo ciò che ci manca.

Il mercato per arricchire le tasche dei pochi necessita solo di consumatori seriali, non Esseri Umani, e per ottenere questo ci hanno portato a vedere solo ciò che ci manca; ad essere sempre nel bisogno, quindi avere sempre nuovi bisogni.

La religione ci ha inculcato che dobbiamo essere salvati da qualcuno al di fuori di noi, che nasciamo con il peccato originale, quindi sbagliati, e qualcuno fuori di noi ci deve rendere puliti e degni, altrimenti mancanti di “Grazia”, anche il "mercato" ecclesiastico è soddisfatto.

Niente di più assurdo se mi fermo un poco a ragionare, visto che ognuno di noi è creatura della Natura, sistema perfetto per eccellenza, come possiamo noi sue creature non esserlo?

Come semi arriviamo perfetti nel nostro Essere, dovremmo solo occuparci di crescere al meglio per giungere alla fioritura di tutte le nostre differenti qualità e “grazie”.

Comprendiamo come si è profondamente radicato in noi la convinzione che siamo sempre mancanti di qualcosa, non completi, da migliorare, da completare con qualcosa di esterno a noi, non grati per ciò che siamo.

La nostra attenzione è stata spostata da ciò che abbiamo a ciò che non abbiamo, la nostra mente sta sempre a ricercare qualcosa in più, qualcosa di diverso, di più stimolante pensando che così ci sentiamo più appagati, più completi e così più felici.

Non abbiamo ancora la presa di coscienza che tale gioco non ha mai fine, perché una volta ottenuto quel “qualcosa” o “qualcuno”, il malessere ricomincia e si pensa già ad altro.

Come si può fermare questa ruota infinita e soprattutto infelice?

Rimettere luce alla parola Grazie, dare nuova energia alla Gratitudine.

È semplice in fondo...serve solo fermarsi un attimo, occorre cambiare prospettiva, direi quasi fare un passo indietro, scegliere una nuova base di partenza.

Proviamo a farlo non costa nulla: dire grazie per le cose belle che abbiamo, situazioni che ci allietano o che ci insegnano, persone che con il loro incontro e aiuto ci rendono più piacevole il momento o che ci stanno dando una lezione “nascosta”, dire grazie ancor più importante per le qualità/grazie che abbiamo; già alla fine del lungo elenco il nostro stato d'animo cambia, si comincia a vedere e sentire tutto con un Valore differente.

Pensiamo a dare il vero valore a ciò che si è, si riceve o si acquista, vedendo cosa in realtà siamo, abbiamo ricevuto o acquistato.

Se rivolgiamo l'attenzione a quest'ultime: tempo della persona che ha fatto o dato o pensato o creato quella cosa; le materie prime impiegate, se si tratta di un oggetto o di un dolce, che arrivano dalla Natura; alla formazione che quella persona ha sostenuto se si tratta di competenze, al tempo che abbiamo lavorato per potercelo permettere, questi solo alcuni esempi.

Noi, ogni cosa, gesto e soprattutto persona riacquista l'effettivo valore.

La scala dei valori acquista un nuovo ordine, e quando questo avviene la nostra Vita di fatto si riappropria della sua reale ricchezza e così Noi Stessi.

Quale miglior modo di terminare questo articolo dicendovi Grazie per il tempo dedicato nel leggermi e augurandovi un sereno giugno colmo di gratitudine.

Licia


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