Donne: l'universo maschile quanto quello femminile è grande da esplorare con tutti i suoi doni e ferite, ma solo se risanate quest'ultime possono manifestarsi i doni!
Rivolgo l'attenzione ad un aspetto in particolare: le emozioni.
Sembra che questo argomento sia da nascondere, l'uomo è particolarmente in difficoltà nell'esternarle, possiamo dire quasi bloccato, non libero di farlo. Se pensiamo al pianto, quello che si sono sentiti dire gli uomini fin da piccoli, soprattutto dai padri: «Cosa piangi? Non fare la femminuccia»; diventa comprensibile se oggi non è per loro così semplice farsi un pianto liberatorio o di gioia, quasi fosse messa in dubbio la loro virilità, il loro essere Uomini che è ben altro.
Arrivati ad un mondo dove l'apparenza è tutto, i messaggi chiari che arrivano sono: «Fai vedere che sei un duro, che tutto è sotto controllo, sempre prestante e sii l'uomo che non deve chiedere mai!!!».
Poveri uomini e … povere donne!
Mi sono chiesta da dove deriva questo modo di educare così castrante a livello emotivo del maschile, che poi di conseguenza influenza anche il femminile. Considerando che siamo nell'epoca della velocità d'informazione e quindi dei ritmi di vita folli, ci sembra lontano parlare dei conflitti mondiali, in realtà si tratta di circa 70 anni fa (i miei nonni ne hanno preso parte).
Ricordiamo che hanno visto arruolati ragazzi e padri di famiglia: quegli uomini sono stati messi davanti alla decisione di combattere per tentar di vivere o morire, per la maggior parte senza la loro minima volontà; sono stati sbattuti in campo di battaglia a dover uccidere altri esseri umani (altri padri di famiglia e ragazzi, che potevano essere loro figli, donne e bambini) per sopravvivere.
Come potevano non chiudere i loro cuori per uscirne in qualche modo “sani” mentalmente?
Sono stati obbligati a lasciare le emozioni come la compassione, l'amore, la dolcezza, il rispetto in un luogo ben nascosto dentro di loro altrimenti sarebbero morti di “crepa cuore” prima che venissero colpiti da una baionetta o da una bomba. Coloro che sono tornati da quelle guerre assurde, come tutte d'altronde, non sono più stati gli uomini che erano prima di partire.
Hanno visto la morte e l'hanno anche provocata...come potevano tornare uomini dolci, amorevoli, compassionevoli, che magari erano prima, con le donne che li aspettavano e con i loro figli piccoli o figlie? Penso che la risposta sia piuttosto chiara, sfiora l'impossibile!
La notte la passavano tra gli incubi e di giorno tanti si sono dati all'alcool, per poter anestetizzare la paura della morte che portavano dentro e sempre davanti agli occhi.
I figli maschi di quei padri sopravvissuti, sono cresciuti con esempi di maschile completamente “chiuso” alle belle emozioni e più propenso alla rabbia e alla violenza (dovevano in qualche modo far uscire quel che tenevano dentro!) o comunque alla durezza.
Per coloro che si sono trovati orfani di padre prendere un ruolo, che non doveva essere loro, di “compagno” della madre per mandare avanti la famiglia e magari fare anche da “padre” ai fratelli o sorelle di pochissimi anni più giovani.
Le generazioni di uomini che oggi sono padri e mariti sono figli e nipoti di quegli uomini che hanno combattuto nel secolo scorso, cresciuti con quell'esempio di maschile ferito.
Per risanare tutto questo occorre prendere coscienza da dove derivano questi “modelli” e INSIEME (uomini e donne) mettere ordine ai ruoli in famiglia, non si tratta solamente dei ruoli acquisiti per sangue: padre, madre e figli ma parlo di ruoli intesi da un punto di vista di gerarchia di nascita, di responsabilità di coppia, educativa, ed “energetica”.
Un metodo olistico che permette questo sono le Costellazioni Famigliari, porta grandi prese di consapevolezza per rimettere ordine alla propria vita sotto tutti i profili.
Un argomento molto vasto per approfondirlo in poche righe, ma spero di aver almeno fatto nascere qualche spunto di riflessione e magari voglia di ricerca e di conoscenza, buon ottobre!
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